MAL DI TESTA E ABORTO
Il Consiglio regionale toscano, a maggioranza PD e M5S + i voti dei compagni di “poltrone” di Iv, ha varato un
documento con cui chiede alla Giunta Regionale di introdurre nuove norme in tema di accesso a l’interruzione volontaria della gravidanza nella emergenza e post emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19, approfittando della situazione caos parlamentare chiede, oltre che allungare i tempi da 7 a 9 settimane di gravidanza per la somministrazione chimica, sia garantito, facilitato e semplificato ricorrere all’aborto farmacologico senza controllo e ricovero ospedaliero fino alla eliminazione dei residui abortiti, in spregio ad ogni dovere deontologico e principi umanitari. Secondo le associazioni abortiste e pseudo-femministe, la legge 194 è un diritto delle donne.. Ma la RU486 è la pillola abortiva, acquistabile online come un cachet per il mal di testa.. e a cui a tante donne disperate, ripeto, disperate, per le difficoltà e problematiche che insorgono nell’affrontare una gravidanza, è stato suggerito, di
ricorrere come unica unica “soluzione”, invece di proporre Consultori o Centri di aiuto alla Vita che ogni anno aiutano 60.00 Donne a vedere nascere il proprio bambino. Perché alle pseudo-femministe come Emma Bonino, al Consiglio Reg. Toscano o al Gov. Rossi dà fastidio che oggi la legge italiana richieda che la RU486 venga somministrata in ospedale e solo lì abbia ad espletarsi il suo effetto mortifero? Perché in “privato” e nella solitudine psicologica,
quasi fosse un fastidio di cui liberarsi in fretta e nel segreto? Perché scrittori, politici, che ignorano cosa sia praticare un aborto, dal loro divano di casa, “casa” magari, a New York, suggeriscono con i loro sodali, aborti “computerizzati o telemedicina per risolvere il problema, l’incoveniente”. Questi “Tuttologi” esperti da scranno parlamentare o da salotto, nemmeno, si rendono conto di quanto sia pericolosa per la salute delle donne la pillola RU486, più rischiosa di un aborto chirurgico e senza tener conto dell’eventuale danno biologico se si presentassero possibili emorragie all’espulsione del feto in ambiente domestico. Per questo il servizio sanitario la somministra in regime di day hospital”. La scusa: “Con gli ospedali intasati per il Covid la “pratica” può avvenire “comodamente” a casa, certamente in solitudine, senza assistenza medica per far fronte agli effetti che ha e ai possibili rischi cui incorre la madre:
insomma, un impiccio in meno a carico del SSN e il ritorno dei pericoli dell’aborto clandestino. “giungla del fai da te“.. La verità: è che ben prima del Coronavirus il numero dei medici obiettori era in continuo aumento. Saltare di fatto il medico per fare un aborto può essere la soluzione che gli abortisti cercano. Evitare i costi di interventi chirurgici e posti letto sicuramente è la soluzione che la ASL Toscana “VUOLE” . Peccato che oggi come domani il Popolo della Famiglia darà battaglia, perché questo significa rispettare l’art. 31 della Costituzione a tutela della maternità e sulle pratiche per
disincentivare l’interruzione di gravidanza”.