PRINCIPI E PRECEDENTI..

di Leonardo Bisori

L’8 agosto 2018 la Corte d’Appello di Trieste, dopo un procedimento durato 5 anni, ha confermato l’assoluzione per una farmacista che per la propria obiezione di coscienza si era rifiutata di vendere la pillola del giorno dopo, riconoscendo la particolare tenuità del fatto e l’infondatezza delle tesi accusatorie” Ai giorni nostri, la crescente pressione mediatica vuole emarginare e ostacolare coloro che sollevano la questione dell’obiezione di coscienza, con iniziative e manifestazioni che hanno lo scopo di negare e ostacolare il riconoscimento di questo fondamentale diritto, tanto ai medici, quanto ai farmacisti. Così come esiste ancora la possibilità dei medici di non operare un aborto, così esiste moralmente la possibilità di obiezione di coscienza anche per i farmacisti.
“Il Popolo della Famiglia ribadisce con forza il principio che: nessuno deve essere costretto a subire un processo penale per aver semplicemente messo in pratica i principi etici dettati dalla propria coscienza.”
Don Gabriele Mangiarotti in suo interessante ed eloquente articolo edito dal Coordinamento Nazionale Iustitia et Pax nel luglio scorso ci ricorda che «Chi ricorre all’obiezione di coscienza deve essere salvaguardato non solo da sanzioni penali, ma anche da qualsiasi danno sul piano legale, disciplinare, economico e professionale». È un grave dovere di coscienza non prestare collaborazione, neppure formale, a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono
in contrasto con la Legge di Dio. Tale collaborazione, infatti, non può mai essere giustificata, né
invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede. Alla responsabilità morale degli atti compiuti nessuno può mai sottrarsi e su tale responsabilità ciascuno sarà giudicato da Dio stesso.(Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 399).
Joseph Ratzinger nell’udienza concessa ai partecipanti al Congresso internazionale dei farmacisti cattolici, nell’anno 2007, rimarcò come «Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perché ogni essere sia protetto dal concepimento fino alla morte naturale e perché i farmaci svolgano davvero il proprio ruolo terapeutico. Anche i farmacisti hanno un “diritto”
riconosciuto all’obiezione di coscienza nella fornitura di medicine che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia». Benedetto XVI, chiese in quell’occasione ai farmacisti di diventare importanti intermediari tra i medici e i pazienti facendo conoscere le implicazioni etiche dell’uso di alcuni farmaci. In questo campo non è possibile anestetizzare le coscienze sugli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona.
Il Popolo della Famiglia chiama alla “resistenza popolare” contro leggi liberticide leggi “cattive” che purtroppo fanno costume in questo momento particolare di crisi sociale e valoriale. Armati di principi non negoziabili, testimoni di verità evangelica: a noi la battaglia fondamentale per la difesa della Vita e della Famiglia. A Dio la vittoria

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